L’approvazione dei decreti sicurezza – che hanno modificato anche leggi interne –, il blocco delle navi, i porti chiusi e gli sgomberi hanno abolito la protezione umanitaria per i richiedenti asilo, smantellato il sistema accoglienza ordinario italiano e hanno, inoltre, ristretto il concetto di cittadinanza e criminalizzato il soccorso in mare.
Alla luce delle modifiche citate e dei repentini cambiamenti da queste derivanti, riteniamo necessario ribadire l’esistenza del diritto a migrare e della correlata necessità di predisporre idonee misure di accoglienza per coloro che giungono nel nostro Paese, dopo aver affrontato avversità per noi inimmaginabili. È pertanto doveroso promuovere l’accoglienza e l’integrazione dei migranti che si trovano nel territorio cittadino, implementando ove possibile le strutture ordinarie già esistenti, previste dalla legge statale.
È quindi necessario ricordare come ad oggi si sia fatto ampio ricorso alle strutture di accoglienza straordinaria, prassi diffusa sia a livello locale che nazionale. Ci impegniamo a limitare l’uso di tali strutture unicamente in casi emergenziali e a realizzare un’effettiva partecipazione dei migranti al tessuto sociale, anche ricorrendo alle molteplici organizzazioni a ciò deputate, ricordando come la commistione di diverse culture rappresenti una risorsa e un arricchimento per il territorio.