Per una politica ambientale cittadina (a cura di Paolo Gaffurini)

È molto importante includere la giustizia ambientale
quando parliamo di giustizia sociale. 
È un elemento chiave. È la base di un altro tipo di giustizia.

Greta Thunberg

Nelle prime settimane del 2021 è tornato in modo prepotente nel dibattito della vita cittadina il tema della qualità dell’aria. Il comune di Brescia ha pubblicato il 5 gennaio un corposo documento denominato “Primo rapporto osservatorio Aria bene comune” (1). Il rapporto si pone l’obiettivo di fare il punto della situazione su quello che è lo stato dell’aria che respiriamo, individuando e catalogando tutte le fonti di inquinamento, con il loro contributo percentuale alle emissioni globali.

Senza entrare troppo nei dettagli, (alcuni grafici ed il link al documento li potete trovare in fondo al post) possiamo dire che lo studio elenca alcuni dati incontrovertibili, tra i quali il fatto che l’aria che respiriamo è purtroppo fortemente inquinata. Le maggiori fonti di inquinamento provengono dai trasporti veicolari (per il NOx), riscaldamento (per i PM10) e combustioni nell’industria (per i PM2.5). Tuttavia è bene tener presente che il trasporto veicolare si piazza al secondo posto sia per il PM10 che 2.5.

Lo studio mostra anche un trend di lento miglioramento considerando i dati storici degli ultimi 10 anni. Effetto delle politiche intraprese? Effetto dei miglioramenti tecnologici? Forse un mix di entrambi. Ma la domanda che dovremmo davvero farci è la seguente: questo miglioramento è sufficiente? La risposta è una sola: no. 

No perché l’inquinamento ha effetti dannosi, molto dannosi, e meriterebbe interventi più decisi. Dal documento “Primo rapporto osservatorio Aria bene comune” si legge infatti che:

I principali effetti sulla salute dovuti all’esposizione al particolato sono:

  • incrementi di mortalità premature per malattie cardiovascolari e respiratorie e tumore polmonare;
  • incrementi dei ricoveri ospedalieri e visite urgenti per problematiche respiratorie;
  • bronchiti croniche, aggravamento dell’asma.

Le categorie maggiormente a rischio sono ascrivibili a:

  • soggetti anziani;
  • soggetti asmatici o affetti da malattie respiratorie e cardiovascolari;
  • bambini;
  • popolazioni “deprivate”, ovvero gruppi di soggetti in difficile stato socio-economico piuttosto che situati in contesti lavorativi critici o già fortemente compromessi. Risultano infatti, in termini di mortalità, morbilità e, in generale, di bisogni sanitari, quei soggetti per i quali studi di settore hanno evidenziato significative relazioni con lo stato socioeconomico o la deprivazione materiale degli individui, delle comunità e dei contesti in cui vivono.

A peggiorare la situazione contribuisce sicuramente la conformazione della Pianura Padana, che per motivi orografici non aiuta allo “smaltimento” delle emissioni inquinanti che tendono a ristagnare. Se a questo uniamo il fatto che ci troviamo in una delle zone più densamente abitate d’Europa, con una quantità enorme di stabilimenti produttivi e, non dimentichiamolo, allevamenti intensivi, ecco che il quadro diventa estremamente complesso.

Complesso ed estremamente grave se pensiamo che sono anche stati recentemente pubblicati alcuni studi scientifici che ipotizzano una relazione tra il numero di casi Covid19 con sforamenti e picchi ripetuti di valori di inquinanti in determinate zone geografiche(2).

Si potrebbe quindi pensare che le azioni compiute a livello locale, a livello comunale, poco possano fare per mitigare questo quadro a tinte fosche. Ma questo ragionamento ci porterebbe a scadere nel più classico del gioco allo scaricabarile. Errore da non fare.

Al contrario, ogni singolo soggetto, pubblico e privato, dovrebbe fare tutto quanto sia in suo potere per incidere sulla riduzione delle emissioni. E a livello comunale si può incidere soprattutto su due elementi: trasporti ed emissioni delle abitazioni domestiche ed edifici pubblici. Se per ridurre le emissioni del riscaldamento è necessario investire molte risorse in riqualificazioni energetiche, per incidere sui trasporti si possono pensare idee e soluzioni, anche a basso costo. Nei trasporti, nel modo in cui le persone si muovono e si spostano, le decisioni contano molto di più dei fondi stanziati. Il timore infatti, in questo caso, è di “scontentare” le varie categorie di persone in base alle decisioni prese e perdere consenso. Eppure, in molte città in tutto il mondo, in Europa (3, 4, 5) e anche in Italia, la direzione intrapresa è quella di contrastare questo tipo di emissioni inquinanti con una serie di iniziative:

  • allontanamento delle auto dai centri storici;
  • ridistribuzione degli spazi a favore delle persone, piuttosto che dei mezzi privati a motore;
  • creazione di alternative credibili che permettano anche a chi non possiede un veicolo a motore, di partecipare alla vita sociale ed economica della città;
  • incentivi agli spostamenti con contributi economici spendibili nel commercio locale o erogati direttamente sul proprio conto corrente.

Emblematico è il caso di Parigi e della sua Sindaca Anne Hidalgo, rieletta nel 2020 nonostante abbia centrato il suo primo mandato (ed il programma elettorale del futuro mandato), su una transizione ecologica di Parigi verso quella che viene definita la “città dei 15 minuti”. E per farlo ha in modo netto e chiaro annunciato una vera e propria battaglia contro l’auto come mezzo di spostamento all’interno della città(6, 7).

Cittàperta sostiene che le organizzazioni politiche debbano prendere una posizione netta e decisa per rendere le città dei luoghi che tutelino la salute dei propri cittadini. Prendersi cura della natura non è solo un servizio che l’uomo fornisce all’ambiente: è un investimento che migliora il benessere psico-fisico e la qualità della vita. La sostenibilità ambientale come bussola, per arrivare a un obiettivo più ampio e ambizioso: trasformare il modo di vivere la città. Serve soprattutto una nuova visione di città.

Fonti:

  1. https://www.comune.brescia.it/news/2021/gennaio/Documents/Primo%20Rapporto%20Osservatorio%20Aria%20Bene%20Comune.pdf
  2. https://www.simaonlus.it/wpsima/wp-content/uploads/2020/03/COVID19_Position-Paper_Relazione-circa-l%E2%80%99effetto-dell%E2%80%99inquinamento-da-particolato-atmosferico-e-la-diffusione-di-virus-nella-popolazione.pdf
  3. https://www.ilsole24ore.com/art/a-barcellona-rivoluzione-superblocchi-niente-auto-60percento-strade-ACZ1lto
  4. https://www.bikeitalia.it/2020/01/08/oslo-zero-ciclisti-e-zero-pedoni-morti-nel-2019/#:~:text=C’%C3%A8%20almeno%20una%20grande,e%20i%20ciclisti%20sulle%20sue%20strade.
  5. https://www.adnkronos.com/sostenibilita/in-pubblico/2016/01/15/spagna-citta-senza-auto-anni-pontevedra-pedonalizzata_kjRZp5YuglkOQWdVtLTfRN.html
  6. https://www.bikeitalia.it/2020/10/13/la-sindaca-anne-hidalgo-dimenticatevi-di-attraversare-parigi-in-auto/
  7. https://torino.corriere.it/politica/20_luglio_13/anne-hidalgo-promessa-trasformare-tutta-parigi-zona-30-906b5ada-c4d7-11ea-853b-530755e76362.shtml

A proposito di Cittàperta e di “Democrazia sorgiva” (a cura di Anna Frattini)

La sua regola è l’apertura agli altri, a prescindere dalla loro appartenenza a un gruppo, una nazione, una minoranza, una religione, un’etnia o a qualsivoglia fattore identitario, tanto più se assunto come escludente

A. Cavarero, “Democrazia sorgiva”

Ieri Cittàperta si è presentata per la prima volta pubblicamente e nel come abbiamo scelto di farlo si trovano già molti indizi che raccontano di noi.

Per prima cosa abbiamo deciso di continuare a dialogare con Adriana Cavarero, che negli ultimi anni è stata ospitata a Brescia dalla Fondazione Clementina Calzari Trebeschi e dell’Istituto Razzetti. Questo suggerisce che Cittàperta intende muoversi innanzitutto coltivando le relazioni importanti e virtuose, in questo caso con Adriana Cavarero, e che è consapevole di inserirsi in un contesto già ricco di proposte di altissimo livello. Cittàperta non vuole essere quindi un nuovo soggetto che nasce – come direbbe Hobbes – spuntando dal terreno come un fungo: ci sentiamo invece generate e generati da organizzazioni, enti, soggetti, persone che hanno regalato a questa città un tessuto democratico forte e consapevole. I nostri prossimi passi saranno quindi quelli di confrontarci con esse.

Un secondo tratto di Cittàperta che si può dedurre dalla modalità con la quale ci siamo presentati è quello della centralità della cultura e del pensiero. “Democrazia sorgiva” fornisce spunti che possono essere accolti e tradotti nel presente e la presentazione del libro è stata l’occasione per mostrare la nostra volontà di partire dal pensiero e portarlo poi sul piano dell’azione. Senza una riflessione consapevole e, soprattutto, condivisa con altre persone, l’azione diventa più fragile perché non sorretta da un’immaginazione che guarda lontano né da un’idealità politica.

In terzo luogo Cittàperta vorrebbe facilitare quel processo di riappropriazione della felicità come sensazione collegata alla partecipazione. Se la politica è percepita come distante, dobbiamo provare a cercarne le ragioni e delineare un modo di essere più adeguato all’esistente. Nella presentazione l’abbiamo scritto: «Riteniamo necessario analizzare il contesto in cui ci troviamo per sviluppare e avanzare proposte nuove, che potranno integrarsi all’esistente». Senza questa lettura, che per esempio trova una traduzione concreta nella proposta relativa al bilancio di genere, non ci può essere un progetto adeguato. Solo mettendo in relazione esigenze e proposte si può ricostruire la fiducia nella politica, dalla quale sgorga la felicità.

Per concludere Cittàperta è, come nel pensiero di Hannah Arendt, plurale e imprevedibile. Quando si è un’assemblea è essenziale, nel senso profondo del termine, mostrare se stesse/i e lasciare che nasca una relazione con le altre persone, senza avere la pretesa di mettere immediatamente a frutto dei programmi. Nell’anno e mezzo in cui ci siamo conosciute/i abbiamo sperimentato la pluralità, ci siamo lasciate/i coinvolgere dalla relazione che è nata e il percorso ci ha portate/i qui. Chi vorrà conoscere Cittàperta da vicino lo deve sapere che siamo un po’ così. Imprevedibili. Oggi a chi mi ha chiesto che cosa siamo ho risposto che siamo una pluralità.

Se osservato con gli occhi arendtiani, l’entusiasmo [….] per la fenomenologia assembleare e la sua innovativa valenza politica sembra proprio alludere al momento felice di una forma nascente e sorgiva di democrazia.

A. Cavarero, “Democrazia sorgiva”

Partecipazione attiva: serve una fase nuova (a cura di Andrea Rolfi)

Analizzando i flussi elettorali degli ultimi anni e, in particolar modo, le percentuali di affluenza al voto nelle elezioni sia locali che nazionali, si percepisce come i cittadini e le cittadine si sentano sempre meno rappresentati dalla politica.

Come evidenziano le tabelle riportate in calce al presente articolo, la percentuale di votanti alle elezioni è andata drasticamente in calando man mano che si susseguivano gli appuntamenti elettorali.

Prendendo in considerazione la percentuale di affluenza per l’elezione della Camera dei Deputati, notiamo come, tra le elezioni politiche del 2006 (che diedero vita al governo Prodi II) e quelle del 2018 (governo giallo-verde), coloro che si sono recati alle urne siano diminuti dell’11% e, in termini assoluti, di oltre cinque milioni di individui.

Per ciò che concerne le elezioni amministrative, il quadro non è affatto migliore. Erroneamente si pensa che le elezioni amministrative siano quelle che portano più elettori ed elettrici alle urne perché il sistema elettorale che permette di votare direttamente il candidato Sindaco rende più forte il legame tra politica e territorio e perché la politica locale è fatta di cose concrete di cui la cittadinanza percepisce le conseguenze nella vita di tutti i giorni.

Prendendo il caso specifico della nostra città, Brescia, si nota come questa affermazione non corrisponda affatto alla realtà. Possiamo infatti notare, mantenendo un lasso di tempo simile a quello tenuto nell’analisi per le elezioni politche, come tra le amministrative del 2008 (che hanno visto prevalere il centrodestra) e le quelle tenutesi nel 2018 (riconferma del sindaco Emilio Del Bono) ci sia stata un’emorragia nell’affluenza al voto pari al 27% e, in termini assoluti, a 40 mila elettori totali in meno. Basti sapere che Del Bono ha trionfato, nel giugno 2018, al primo turno con 44232 voti e il 53%, circa 13 mila voti in più della sua rivale del centrodestra Paola Vilardi. Il suo predecessore Adriano Paroli nel 2008 si impose al primo turno con 61 mila voti e il 51% e, allargando l’analisi all’elezione precedente, Paolo Corsini nel 2003 al primo turno fu sostenuto da quasi 55 mila persone (47%) e fu costretto al ballottaggio per essere riconfermato sindaco.

I numeri testimoniano la disaffezione della cittadinanza dalla politica: nel corso degli anni  i cittadini sono stati depoliticizzati, esclusi dal dibattito, dalle decisioni e chiamati in causa solamente il giorno delle elezioni. Tutto questo, unito all’incapacità delle organizzazioni partitiche di offrire culture politiche durevoli e con una visione lungimirante di società, ha contribuito a far crescere l’astensionismo e l’estraneità rispetto a un sistema che non fa sentire più rappresentati molti tra uomini e donne.

Come cercare di invertire questo preoccupante trend e aumentare la partecipazione?

Un passo nella direzione giusta è stato fatto con l’istituzione, da parte del Comune di Brescia, dei Consigli di Quartiere, ma riteniamo non possa essere sufficiente. Serve una fase nuova, serve una visione, servono scelte radicali che siano in grado di coinvolgere e rimettere il cittadino al centro del pensiero e dell’agire politico.

Cittàperta sostiene che le organizzazioni politiche debbano farsi carico della situazione, mantenere la duplice finalità istituzionale e di mobilitazione, coinvolgere le persone mediante confronti dialogici, dibattiti ed esperienze culturali in senso più ampio. «Bisogna fissare i criteri, i princìpi, le basi ideologiche della nostra stessa critica»(A. Gramsci, Che fare?)e delle nostre proposte. Ci occuperemo quindi, tra le altre cose, di formazione politica e istituzionale, di comunicazione e partecipazione volte a contribuire all’innalzamento culturale delle persone. Organizzeremo momenti di formazione e dibattito che vedranno coinvolte personalità e realtà presenti e operanti sul territorio con delle preparazioni specifiche su temi di politica sia locale che nazionale. I meccanismi della democrazia, seppur complessi, devono essere alla base dell’educazione civica di ognuno.

Non può però essere l’unica via; per riattivare la partecipazione sosteniamo sia necessaria la presenza e il radicamento nelle varie zone della città: occorre tornare nelle piazze, nei giardini, aprirsi alla cittadinanza andando da essa e proponendosi attivamente come collettore di istanze. La proposta politica di Cittàperta è ad ora definita nei principi di base e nelle linee essenziali ma avrà delle zone che si costruiranno insieme ai soggetti che parteciperanno a questa esperienza. Avremo bordi piuttosto che confini, ci interessa la dimensione relazionale nei confronti degli individui, delle altre realtà associative, culturali, politiche con cui intendiamo entrare in contatto e collaborare per il bene comune.

 La proposta, seppur complessa, è attivare spazi di partecipazione attiva affinché le scelte politiche possano essere maggiormente condivise e la cittadinanza possa veramente concorrere alla realizzazione di un’opera o un progetto che ricadrà sul proprio territorio. L’obiettivo è contribure a rivitalizzare, almeno in parte, quella democrazia rappresentativa, pilastro del nostro sistema istituzionale e democratico, che risulta, ormai da diversi anni, entrata in una crisi che in un prossimo futuro potrebbe divenire irreversibile.

ELEZIONI POLITICHE – CAMERA DEI DEPUTATI
AnnoNumero elettoriVotantiPercentuale affluenza
2018*46.505.35033.923.32172,94%
2013*46.905.15435.279.92675,20%
2008*47.041.81437.874.56980,51%
2006*46.997.60139.298.49783,62%
200149.256.29540.085.39781,38%

* dal conteggio sono escluse Valle d’Aosta e circoscrizione Estero

ELEZIONI AMMINISTRATIVE – COMUNE DI BRESCIA
AnnoNumero elettoriVotantiPercentuale affluenza
2018145.12283.27657,40%
2013 Primo turno141.79592.95065,47%
2013 Ballottaggio84.04859,27%
2008145.103123.20584,91%
2003 Primo turno155.570120.01377,14%
2003 Ballottaggio112.47172,30%

Fonte dati: elezionistorico.interno.gov.it